Soli al comando by Bruno Vespa

Soli al comando by Bruno Vespa

autore:Bruno Vespa [Vespa, Bruno]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788852084003
editore: Mondadori
pubblicato: 2017-11-28T05:00:00+00:00


I vantaggi di scegliere all’ultimo istante

Aspettare l’ultimo istante utile prima di decidere è sempre stato un elemento distintivo del carattere di Angela Merkel. Da ragazza, a un saggio di nuoto di fine corso, doveva buttarsi dal trampolino, ma esitava nel timore di una brutta figura. Per tuffarsi aspettò che suonasse la campanella del tempo scaduto. L’ha fatto regolarmente anche da capo del governo tedesco. Nel 2012, quando per la prima volta la crisi greca (ma anche la spagnola e l’italiana) rischiava di travolgere l’euro. E nell’estate del 2015, quando ha resistito alle pressioni del suo ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble, che voleva espellere temporaneamente la Grecia dalla moneta unica, e lei, perché non lo facesse, all’ultimo istante ha accettato la resa senza condizioni di Alexis Tsipras.

Non sempre, però, quella di attendere è una decisione saggia. La cancelliera avrebbe potuto prevenire lo scandalo delle emissioni Volkswagen senza attendere gli Stati Uniti. E prevenire già nel 2010 la crisi greca, anziché proclamare: «I tedeschi non sprecheranno un centesimo per i greci». Invece volle aspettare le elezioni della Renania settentrionale Vestfalia, e fu tardi. «Allora ce la saremmo cavata con una trentina di miliardi» mi disse nel 2012 Romano Prodi, ricordando il tardivo intervento tedesco dopo la notte elettorale. Così, soltanto l’Italia ha speso 36 miliardi e l’intera Unione europea 354. L’abilità della Merkel e di François Hollande ha fatto sì che i nostri soldi abbiano apparentemente salvato le banche greche, mentre in realtà hanno salvato banche tedesche e francesi imbottite di titoli greci ormai inesigibili. Per salvare 68 banche a rischio default la Germania ha speso 197 miliardi di euro a fondo perduto (il 7 per cento del Pil), che diventano 465 se si aggiungono i soldi dati in garanzia. (Fino al 2016, l’Italia è stato l’unico paese europeo a non spendere un euro per salvare le proprie banche, salvo un prestito di 4 miliardi al Monte dei Paschi di Siena, regolarmente rimborsati. Quando si sono aperte le cateratte, la diga europea non c’era più e il salvataggio delle banche italiane in crisi è costato allo Stato 20 miliardi, oltre a quelli pagati dai risparmiatori.)

Oggi «l’esitazione dominante e minacciosa di una Germania predatoria e crudele al centro di uno scenario di crisi dell’euro e del suo sistema è solo un ricordo» si compiace Giuliano Ferrara sul «Foglio» (27 agosto 2017), mentre la Merkel è salita sugli scudi per aver contrastato Trump quando gli Stati Uniti hanno rinnegato gli accordi di Parigi sul clima e sulla stessa politica dei rifugiati, definita dal presidente americano «un errore catastrofico». Ma Trump aveva ragione quando ha twittato furioso alla fine di maggio 2017: «Noi abbiamo un forte deficit commerciale con la Germania e loro pagano molto meno di quanto dovrebbero per la Nato e per il settore militare. Molto male per gli Stati Uniti. Si dovrà cambiare».

La rivista «Foreign Affairs» è venuta in possesso di un rapporto del capo della commissione Difesa del Parlamento tedesco in cui la situazione militare del paese è descritta in modo



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